domenica 15 giugno 2008

Il Calderone

E' un mese e mezzo che non torno in montagna ... di neve ormai ce ne sara' pochina, io pero' vorrei concludere degnamente la stagione. Mi sembra di averla lasciata incompiuta.

Cerco di informarmi. Il sito Over The Top mi dice che domenica scorsa (l'8 Giugno) si sciava ancora sul Calderone e che Mercoledi' scorso (l'11 Giugno) si riusciva ancora a sciare sul Monte Corvo.
Chiamo Leo. E mi sconsiglia. Secondo lui posso trovare al massimo qualche lingua di neve piena di terra e sassi su cui mi massacro gli sci ... al limite il Canale di Fonte Rionne (il Canale a Y) potra' forse essere ancora sciabile.

Per cui stamattina, dopo una drammatica sveglia alle 5:30, mi avvio alla volta di Campo Imperatore, destinazione il Canale a Y.

Quando arrivo in vista del Prena e dell'Infornace mi fermo e con il binocolo do un'occhiatina al Canale. Non riesco a capire se e' interrotto oppure no, sta di fatto che la neve finisce molto piu' in basso della cima... la decisione e' presto presa, proseguo vado verso il Calderone.
Proseguo quindi in macchina fino alla stazione superiore della funivia. Da li telefono al Rifugio Franchetti e chiedo a Luca Mazzoleni se c'e' neve a sufficienza per sciare: la risposta, fantastica, e' "dipende dalla motivazione! Ci sono due interruzioni ma si riesce a sciare dalla cima al rifugio". La motivazione e' tanta, per cui mi bardo



e parto, nonostante Campo Imperatore appaia cosi':



e non mi lascio scoraggiare neanche dal versante sud del Corno Grande:



In un'ora e mezza sono in cima, e la conca del Calderone e' effettivamente piena di neve fino al ghiaione:



La neve e' un firn stupendo. In pochi minuti, troppo pochi, sono al Franchetti:



Un panino, un caffe' ed un riposino dopo risalgo per il ghiacciaio, e da questa foto si apprezza di piu' la sciata che ho fatto:



E scopro anche di non essere l'unico con gli sci!

A questa URL potete vedere il percorso che ho seguito.

Il tempo di tornare sulla cima di Corno Grande ed il tempo si e' ormai rovinato: si e' alzato un vento piuttosto forte e una fitta nuvolaglia riduce sensibilmente la visibilita'. Volevo dare un'occhiata alla Maiella con il binocolo, e ovviamente non ci riesco. Avrei dovuto farlo la mattina, ma la vista della conca innevata mi aveva fatto passare ogni altro pensiero!
Mi tolgo gli scarponi e mi rimetto le scarpe comode per camminare. Comincio a scendere per la Direttissima, ma dopo pochi metri cambio idea. Torno su e decido di scendere per la Cresta Ovest, che ho fatto una sola volta parecchi anni fa.
Solo a meta' della cresta mi accorgo che il nevaio sulla destra, che porta alla Conca degli Invalidi e' sciabilissimo ... vabbe', pazienza

Dopo lunga discesa, finalmente arrivo alla macchina, faccio prua verso casa, con la montagna alle mie spalle che ha tirato fuori il suo volto corrucciato:



In conclusione: ho fatto 1500m di salita con gli sci sullo zaino, 1000 metri di discesa sempre con gli sci sullo zaino ... il tutto per sciare per 500 metri di dislivello ... e neanche continui!
Ne e' valsa la pena?
L'unica risposta possibile e': dipende dalla motivazione!

Certo, se avessi parcheggiato a Prati di Tivo anziche' a Campo Imperatore, e avessi preso la seggiovia fino alla Madonnina ... avrei ridotto la salita a 900 metri e la discesa senza sci a 400. Ma volete mettere???

Mario

sabato 3 maggio 2008

Gran Sasso, la grande cavalcata

Da Sangemini ci muoviamo ad Assergi, ospiti nella bella casa di T.
Per oggi mi sono organizzato una bella gita con L.
Volevo fare qualcosa di nuovo o qualcosa di ciclopico. Alla fine decidiamo per concatenare due gite: il Vallone dei Ginepri e il Primo Scrimone.

Partiamo quindi con la funivia delle 8, e ci incamminiamo per la direttissima. Una volta in vetta a Corno Grande scendiamo, con fantastica neve (ricordarsi: dove scende Leo la neve e' migliore!) per la conca del Calderone e poi tagliamo per la Sella dei Due Corni, da dove ci si affaccia sul Vallone dei Ginepri, a cui l'anno scorso ho dovuto rinunciare per via della nebbia.

La discesa per il Vallone e' di grande soddisfazione! Veramente bella.

Il Vallone termina in Val Maone alla quota di 1600 metri circa, esattamente dove finisce la neve.

Dopo una breve sosta, alle 11:30 circa, mettiamo gli sci e le pelli e cominciamo a risalire per la Val Maone.

Leo mi mostra, sulla nostra sinistra, il canalino che andremo a ridiscendere. Non vedo l'ora!

Dopo poco comincio ad accusare la stanchezza: Leo e' ovviamente inarrivabile ...
Con grande fatica, nella neve marcia e con il sole a picco riesco a guadagnare la sella del Brecciaio, da dove parte il canale.
La salita (di circa 800 metri) e' durata poco piu' di un'ora e mezza, ma e' stata, soprattutto la seconda parte un'autentica sofferenza! Se non ci fosse stato L. davanti a tirarmi, mi sarei girato e sarei tornato indietro.

Il canale e' completamente esposto a ovest, di conseguenza la neve si ammorbidisce solo molto tardi, Cominciamo la discesa all'una passata e questo e' ovviamente un bene!

Il canale, prima aperto e facile si fa via via sempre piu' stretto e ripido.
Nel punto piu' stretto e piu' ripido ho la presunzione di andare avanti per primo precedendo Leo... Errore! La stanchezza non mi consente altro che una vergognosa derapata :-)
Vabbe' era veramente ripido.
Anche qui mi riprometto di tornarci entro breve!

Finito il canale, scendiamo per la Val Maone ai Prati di Tivo, da dove prendiamo il pulmino per Assergi.

1800mt in salita e 2200 in discesa!

Mario

martedì 29 aprile 2008

Terminillo

Tra le feste della Liberazione e del Lavoro mi prendo un paio di giorni di ferie (== la Liberazione DAL Lavoro) e da Sangemini mi concedo una scappata sulla Montagna De Roma.
Torno sul terminillo dopo un paio d'anni. Come l'altra volta sono da solo. Diversamente dall'altra volta il tempo e' orribile ed io arrivo con la macchina al rifugio Sebastiani.
L'obiettivo e' di percorrere l'anello della Vallonina, ovvero di salire in cima e scendere poi l'ampio vallone verso Nord fino al rifugio di Fontenova o fino a dove la neve lo consentira'. Risalire poi la Vallonina fino alla Sella di Leonessa e da li ridiscendere al rifugio Sebastiani.

Parcheggio accanto al rifugio ... e sono un po' titubante ... il tempo e' davvero brutto. La temperatura e' poco sopra allo zero, piovviccica. L'umidita' e' impressionante.

Alla fine monto gli sci sullo zaino e parto. Risalgo dal rifugio verso la sella.
Le nuvole che avvolgono la cima

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non sono per nulla invitanti.
Mi faccio coraggio e risalgo il canalino Nord fino in cima:

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Il vento (scirocco) e' forte ...
Ignoro, con un po' di dispiacere il richiamo di questo canalino:

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ma mi riprometto di tornarci a breve.
Mi dirigo verso la testa della valle, calzo gli sci, non senza qualche difficolta', e comincio a scendere.
Comincia anche a nevicare.

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La neve e' brutta e la visibilita' scarsa. Ma siamo sempre sugli sci! In un attimo arrivo al bosco, che e' ampio e sciabile

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fino a dove finisce la neve, intorno ai 1400:

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Da li' metto le pelli e risalgo sulla strada, senza lasciarmi fuorviare dal richiamo del bosco come l'altra volta, in cui mi sono cacciato nei guai varie volte :-)

La neve e' ancora tanta:

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Siccome sono molto 2.0, a questa URL potete trovare il percorso cosi' come registrato dal mio nuovo gadget (N82), con le foto georeferenziate :-)
(pigiare S, H o T nel riquadro Google Earth per vedere la carta fisica o le linee di livello).

Poco prima di giungere alla sella di Leonessa la batteria del nuovo giocattolo schianta e mi lascia senza traccia GPS e senza fotografie: ma sono riuscito a scendere dalla montagna :-)

Un paio di ottimi panini al Rifugio Sebastiani mi riscaldano il giusto, in modo da poter tornare a casa abbastanza presto.

Mario

domenica 20 aprile 2008

Costa della Tavola

Finalmente il Terronic Dream Team al gran completo: la dolce meta', la piccola sorella ed il barione vettore del campo gastronomico!

Anche oggi ho con me il GPS, ma questa volta mi ricordo di accenderlo alla partenza:



anche se nella parte finale si spegne (senza che me ne accorga) per l'esaurimento delle batteria. Quando lo riaccendo alla macchina ... mi segna una bella linea retta dall'ultimo rilevamento: ovviamente non abbiamo attraversato il bosco in linea retta fino alla macchina!!

Dopo qualche chiacchiera con gli altri sci-alpinisti parcheggiati a Capo Pezza, decidiamo di salire per la valletta boscosa che sta ad ovest della Tavola, cioe' alla destra guardandola dalla nostra posizione.
Quando avevo fatto la Costa della Tavola tre anni fa con L., eravamo saliti invece dall'anfiteatro alla sua sinistra, sempre per chi guarda.
Detto fatto, ci inoltriamo nel bosco, dove l'ombra conserva la neve anche a bassa quota.



La giornata e' bella, la temperatura perfetta e la salita nel bosco veramente incantevole:





Alla fine del bosco ci sfilacciamo un po' ed in cima arriviamo un po' alla spicciolata: prima io, poi la piccola sorella, poi la dolce' meta' ed il barione.






In cima c'e' un vento da sud fortissimo, e infatti la parte terminale del versante sud e' tutta senza neve.
Foto di vetta:

 

bacio di vetta



con il Corno Grande sullo sfondo

la piccola sorella


con alle sue spalle il versante sud del sirente che abbiamo salito due settimane fa!

Ed ecco finalmente la discesa:


Il barione recalcitra e occorre "incoraggiarlo" ma poi urla di gioa come un tornado in un parcheggio di roulotte.



Alla fine della "tavola" vorrebbe anche risalire ...
Scendiamo invece nel canaletto che conduce alla base dell'anfiteatro e da li con agile sciata in faggeta intricatissima ... in men che non si dica siamo di nuovo alla macchina.

Concludiamo la gita con le ginocchia sotto un'altra tavola: quella di un ristorante di Ovindoli.

Bellissima giornata, di grande soddisfazione per tutti nonostante il dislivello contenuto (700m) :-)

Mario

sabato 5 aprile 2008

Monte Sirente, versante Sud

Il tempo e' brutto, c'e' bufera e pericolo valanghe... se non fosse per D. che si stava sciando addosso ... me ne sarei restato a casa.
Invece ... eccoci, D., la piccola sorella ed il sottoscritto diretti verso Ovindoli, come meta il tranquillo versante meridionale del Sirente.
Da Ovindoli prendiamo la strada della Val D'Arano e parcheggiamo dove la neve non ci consente piu' di proseguire.
Qui troviamo altri due sci-alpinisti, G. ed A., e decidiamo di andare insieme.
Questa e' la carta della zona:


La traccia verde e' la via di discesa che poi seguiremo.
La traccia di salita e' assente ... perche' mi sono dimenticato di accendere il GPS alla partenza.

Partiti dalla macchina, abbiamo seguito per 2-300 metri la carrareccia (traccia rossa e traccia verde sulla cartina):

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poi siamo rimasti tutti affascinati dalla stretta ed intricata valletta (o farei meglio a definirla forra?) che si apriva alla nostra sinistra:

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dopo lo scontato esito di una breve discussione per decidere se inoltrarci in un percorso ignoto, sicuramente complicato e dallo sbocco non proprio sicuro oppure se seguire la carrareccia per il percorso canonico, gia' noto a tutti (tranne a me e alla piccola sorella) ... ci inoltriamo per la forra :-)
Che risulta veramente divertente.
Gli sci diventano ben presto d'impiccio:

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Qualche metro piu' su si riescono a rimettere gli sci

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nonostante il bosco ancora fitto ...

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Alla fine del bosco
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usciamo in una valle piu' aperta, molto bella nonostante un rimorchio-cisterna parcheggiato nel centro ... chissa' come ce l'hanno portato!

Risaliamo la spalla sulla nostra destra, che e' ripida e carica di neve, a tratti gelata.
Arrivati sulla cresta, ci si para davanti il tranquillo versante sud del Sirente:
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A tratti il cielo sopra di noi e verso sud si apre ... la cima del Sirente restera' sempre nascosta tra nuvole per tutta la giornata.
E non si apre neanche al nostro arrivo.

Finalmente in vetta:
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Volgendo lo sguardo verso il Canale Maiori:
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La discesa avviene per la traccia verde sulla cartina sopra riportata.
La neve e' pessima e la pendenza bassa (e' in effetti una gita che si puo' fare anche con gli sci da escursionismo): per cui la sciata non sara' di grande soddisfazione in realta', nonostante i mille metri di dislivello che ci attendono.

La discesa per la carrareccia, data anche l'ora tarda che ha spappato la tanta neve presente, e' drammatica: complice la pessima sciolinatura dei miei sci, alla fine apro scarponi e attacchi e mi metto a fare passo alternato anche in discesa.

Mario