Seguendo il consiglio di un'amica-cugina (essendo napoletana noterà l'assonanza con il "fratello-cugino"), decido di mettere nero su bianco le varie impressioni che ho raccolto nel mio viaggio in Cina, prima che la memoria si affievolisca. E per farlo, plagio il titolo del romanzo di Jules Verne, che avevo letto da ragazzo, e di cui non ricordo praticamente nulla, anche se, il titolo, è un po' fuorviante, perché, in realtà, io non ho tribolato molto.
La prima espressione che mi viene in mente se devo parlare della Cina è: "un altro mondo". Sembra veramente di essere proiettati in una dimensione parallela, un altro mondo appunto, quasi inconsapevole dell'esistenza di "noi occidentali"... come d'altra parte anche "noi occidentali" siamo largamente inconsapevoli, e noncuranti, di quello che avviene in Cina. Parlo ovviamente di "gente comune"
La gente comune, cinese, appare pacifica, socievole, un po' casinista, spesso non rispettano le file, è accogliente verso gli stranieri e disponibile ad aiutare, anche se poi quasi nessuno conosce l'inglese! Hanno diversi tratti in comune con gli italiani, dalla tendenza a sgomitare nella folla, e a non rispettare le file, come già accennato, all'importanza che riveste la famiglia nei loro pensieri e nelle loro vite, dalla facilità a parlare con gli sconosciuti all'amore per il cibo e per i diversi modi di cucinarlo.
Nelle prime due settimane di viaggio siamo sempre stati accompagnati da guide: quattro di loro erano ragazze sui 30 anni, laureate, con un'ottima conoscenza dell'inglese. Una in particolare era molto interessata a parlare con noi a raccontare aspetti della cultura cinese, dettagli e aneddoti della sua vita personale e della vita dei cinesi, e a sentire dei nostri.Ci ha, per esempio, raccontato delle avventure dei suoi genitori che, volendo il figlio maschio, dopo di lei hanno messo al mondo altre tre ragazze, arrivando ad un totale di cinque figli, tutti procreati nel periodo in cui in Cina vigeva ancora l'obbligo di avere un figlio solo. Hanno continuato a cambiare città, lavoro, quasi identità per sfuggire alle autorità cinesi, che volevano imporre loro multe salate, lasciando le figlie a vivere con i nonni, fin quando poi l'obbligo è decaduto e loro sono stati "perdonati", per cosi dire. E' interessante notare che, nonostante fossero comunisti, i cinesi non hanno mangiato i bambini in eccesso :-) ma li hanno lasciati andare a scuola :-)
Altro aspetto impressionante è la dicotomia del presente: da un lato sembra di vivere nel ventitreesimo secolo, treni ad alta velocità (bullett train a 350kmh), città modernissime, pagamenti elettronici ovunque, anche presso la più piccola bancarella del mercatino del più sperduto paesino dello Yunnan, dall'altra conservano cose che sembrano medioevali.
I pagamenti elettronici sono fenomenali e totalmente pervasivi, c’è una app (Alipay, del gruppo aliexpress, da poco tempo si può associare ad una carta di credito occidentale senza più inserire passaporti o altre cose) che consente di pagare praticamente ovunque, di trasferire soldi tra privati, di acquistare biglietti della metropolitana, dei treni, taxi, hotel, aerei ... ok per le ultime cose i menu' sono solo in cinese ... non sono tradotti ... per cui non ci siamo avventurati, ma i cinesi hanno veramente uno strumento potente. Hanno anche WeChat, come alternativa: app nata come concorrente di WhatsApp ed evoluta poi in uno strumento molto complesso con anche la possibilità di fare pagamenti ...
I cinesi acquistano qualsiasi tipo di biglietto (biglietti dei treni, biglietti aerei, accesso a musei, mostre, parchi, etc) via internet e li associano alla loro carta d’identità elettronica, senza stampare mai nulla. Dopodiché, sul posto, passano la loro carta sul lettore NFC, et-voilà, sono autenticati e con biglietto convalidato. Spesso c'è poi il riconoscimento facciale, cosi, ulteriori punti di controllo, si superano tramite riconoscimento facciale. Nell'aeroporto di Chengdu, nella hall principale, ho trovato un totem, che tramite riconoscimento facciale mi ha ricordato quale fosse il gate per il mio volo, nonché l'orario di inizio del boarding. Per gli stranieri la cosa funziona con il numero del passaporto. Ovviamente occorre poi passare dai tornelli con il lettore adatto a scansionare anche i passaporti. All'interno delle stazioni ferroviarie, per accedere al binario dove si trova il treno, si passa dai tornelli dove si scansione la carta d’identità ... e fin qui non troppo strano ... la cosa incredibile e che occorre fare la stessa cosa anche alla stazione di arrivo: diciamo che qualsiasi viaggiatore è elettronicamente tracciato in ingresso al sistema ferroviario ed in uscita ... diciamo che sanno tutto: sei veramente salito sul treno? sei veramente sceso dove dicevi che saresti sceso? Se si condisce questo con il riconoscimento facciale ubiquitario, con la presenza massiccia di polizia, con i metal detector e i raggi X presenti quasi ovunque ... esce un quadro di uno stato di polizia un tantino inquietante ... Ciliegina sulla torta: ad una stazione della metropolitana di Pechino ho tentato di acquistare il biglietto alla macchinetta usando i contanti anziché la app Alipay: ho dovuto desistere quando la macchina mi ha chiesto la carta d’identità. Era richiesta la carta d'identità per acquistare i biglietti della metropolitana ...